08 Giu L’Altopiano di Campo Imperatore
A pochi chilometri dall’Aquila in Abruzzo e alle pendici del massiccio del Gran Sasso all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga si trova Campo Imperatore (anticamente Campo Imperiale, nome attribuitogli da Federico II di Svevia) e il suo territorio attraversa diversi comuni come Calascio, Castel del Monte, L’Aquila e Santo Stefano di Sessanio.
Salendo da Assergi per il valico della Fossa di Paganica, dal borgo medievale di Castel del Monte per il valico di Capo la Serra, da Farindola per il Vado di Sole oppure dal borgo medievale di Santo Stefano di Sessanio attraverso il Piano Racollo, l’orizzonte si estende, gli spazi si allargano e le dimensioni diventano immense quando ci si affaccia su Campo Imperatore.
L’Altopiano di Campo Imperatore, di grande impatto paesaggistico, è tra i più vasti d’Italia e il più vasto degli Appennini. Di origine glaciale e carsico-alluvionale, presenta numerose peculiarità floristiche e faunistiche, nonché interessanti aspetti geologici e geomorfologici. L’altopiano, posto a una quota variabile tra i 1460 metri della Val Voltigno e i 2138 metri della stazione meteorologica, è lungo circa venti chilometri, con una larghezza che varia dai tre ai sette chilometri, per una superficie complessiva di circa 75 km². Il pendio sale dolcemente, alternando pianure alluvionali di origine lacustre con morene lasciate dagli antichi ghiacciai, rock glaciers, nivomorene, circhi glaciali, brecciai e fiumare, e pareti rocciose.
Le cime che delimitano e circondano quello che viene comunemente definito come il “Piccolo Tibet” sono tra le più elevate e suggestive dell’Appennino: la Scindarella (m. 2233) e Monte Portella (m. 2385), con i loro spettacolari circhi glaciali; Corno Grande (m. 2912), che domina dall’alto delle sue quattro vette e Monte Aquila (m. 2494), la sua naturale anticima; i dolomitici Brancastello (m. 2385) e Monte Prena (m. 2561), dalle tormentate forme ricche di canyon, l’erboso versante meridionale di Monte Camicia (m. 2564).
Campo Imperatore è di origine tettonica, con una morfologia modellata dalle alluvioni e soprattutto dai ghiacciai, dalla neve e dai fenomeni periglaciali. Sono, infatti, ancora visibili le morene di fondo, laterali e frontali di quello che, fino a quindicimila anni fa, era il ghiacciaio più grande dell’Appennino: dalla valle di Monte Aquila scendeva per circa undici chilometri fino alle Coppe di Santo Stefano, coprendo una superficie di oltre venti chilometri quadrati.
Tutto il perimetro meridionale della piana, è caratterizzata da una decina di laghetti di forma semicircolare e modesta profondità la cui origine, meteoritica per alcuni, meteorica e legata all’influenza dell’uomo per altri, è ancora incerta. Tra questi spicca il lago di Pietranzoni posto al centro dell’altopiano con ampia veduta alle spalle del Corno Grande.
La vegetazione di Campo Imperatore varia notevolmente in base alla morfologia, al vento e alla copertura nevosa. Le vallecole umide ospitano rare specie di piante nordiche, mentre le morene e i dossi presentano una vegetazione steppica di origine orientale. Caratteristiche di questi ambienti sono le “fiumare”, distese di ghiaie che scendono dai monti Brancastello e Prena durante il disgelo, dove crescono piante tipiche delle quote superiori e interessanti endemismi.
Ciò che maggiormente colpisce e affascina, a Campo Imperatore, sono gli spazi, le vaste dimensioni che sono sempre totalmente visibili, grazie anche alla vegetazione che è esclusivamente erbacea: l’esposizione e la centralità nel massiccio ne fanno un’area dal clima continentale, freddo in inverno e fresco in estate, quasi arido sui dossi e sulle creste.
Il noto alpinista Fosco Maraini lo paragonò, su piccola scala, alla valle di Phari Dzong, coniando il termine di Piccolo Tibet che è ancora oggi d’uso comune.
Gli sterminati pascoli sono utilizzati per l’alpeggio estivo delle greggi di ovini e delle mandrie di bovini ed equini dei centri limitrofi che d’inverno transumano in Puglia, in un rito che ormai si ripete da migliaia di anni.
Fonte Vetica (la zona sud-est di di Campo Imperatore) è citata nella memoria locale per una tragedia avvenuta il 13 ottobre del 1919 quando una tempesta di neve, giunta in anticipo sull’inverno, causò la morte di un pastore, Pupo Nunzio di Roio, di due suoi figli piccoli e di cinquemila pecore del suo gregge; vi è stato posto un monumento e una lapide commemorativa di questo episodio, opera dello scultore Vicentino Michetti.
Nei pressi si trova la zona cosiddetta dei macelli in cui punti di ristoro fissi tra cui il Ristoro Mucciante (vedi articolo) vendono salumi, insaccati, formaggi e carne fresca (tra cui i tipici arrosticini) da cucinare all’esterno in apposite aree attrezzate con tavoli, fornacelle, carbone e bombola a gas. È presente in zona anche il rifugio Fonte Vetica e nelle vicinanze sgorga infine una sorgente d’acqua che alimenta l’impianto idrico del comune di Castel del Monte.
Durante il periodo fascista è stata lanciata una grande campagna di riqualificazione turistica e sportiva dell’Aquila e delle città vicine, che ha portato alla nascita della stazione turistica di Fonte Cerreto a 1150 metri d’altitudine. Situata vicino all’Aquila e all’uscita autostradale di Assergi, questa località è il punto di partenza della Funivia del Gran Sasso d’Italia, una delle più lunghe d’Europa, che conduce alla stazione di Campo Imperatore con i suoi impianti sciistici. La funivia è utilizzata sia in inverno dagli appassionati di sport invernali, sia in estate dai visitatori che vogliono esplorare i numerosi percorsi escursionistici dell’altopiano.
Nei pressi sorge anche la Madonna della Neve, un piccolo edificio religioso, il piu elevato d’Italia consacrato nel 1993 da papa Giovanni Paolo II.
“Campo Imperatore, con il borgo di Assergi e la vicina Campo Felice, è stato inoltre uno dei luoghi montani d’Abruzzo preferiti da papa Giovanni Paolo II che era solito frequentare la zona d’estate in cerca di solitudine e meditazione; al pontefice è stata difatti intitolata la cima Giovanni Paolo II (2425 m) del Gran Sasso”.
Accanto all’hotel si trovano anche l’Ostello Campo Imperatore dichiarato l’ostello più alto d’Europa, la Stazione astronomica Campo Imperatore e il Giardino Botanico Alpino dedicato alla coltivazione e allo studio della flora d’elevata altitudine. Da qui parte anche il sentiero che conduce al Rifugio Duca degli Abruzzi.
L’intera vallata è stata spesso scenario d’eccezione per film e spot pubblicitari, tra cui si ricordano Lo chiamavano Trinità… (1971) e …continuavano a chiamarlo Trinità (1971) con Bud Spencer e Terence Hill (vedi articolo), Il deserto dei Tartari con Vittorio Gassman e Philippe Noiret (1976) e Così è la vita con Aldo, Giovanni e Giacomo (1998); spot pubblicitari con testimonial d’eccezione, tra cui Leonardo DiCaprio, e anche alcune scene dei videoclip di Elisa, Eppure sentire (un senso di te) e di Simona Molinari, Nell’aria.
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