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Labro

vie del borgo labro

Labro

Labro è un pittoresco borgo medievale definito “il paese di pietra” e si trova al confine tra Umbria e Lazio nella provincia di Rieti. Posto in cima a un colle boscoso a 628 m.s.l.m, da un lato domina il Lago di Piediluco e dall’altro l’immensa falesia del Monte Terminillo. Si articola a gradoni sulla collina con stradine ed edifici costruiti per la gran parte in pietra locale. E’ stato insignito della bandiera arancione.

labro

Labro è stato il primo borgo del Lazio ad avere la fortuna di essere integralmente sottoposto a un restauro di tipo conservativo. Alla fine degli anni ’60, il paese antico, quasi completamente spopolato, fu ‘scoperto’ da un architetto belga che intraprese un’ispirata quanto ardita opera di recupero urbanistico.

Nel borgo si entra attraverso la Porta Reatina, sormontata da un bell’arco a tutto sesto.

Il borgo si presenta in un inerpicarsi di stradine di pietra fiancheggiate da palazzi, dove ogni particolare architettonico ci parla del passato.
È possibile individuare poi le tre fasce in cui è diviso il paese:
La fascia del castello e della torre, la più antica;
La fascia dei palazzi nobiliari, di tipo signorile;
La fascia delle case della gente comune, nello specifico di artigiani e contadini.

Nel cuore del paese si trovano tre porte incastonate in mura che formano una piccola aula, dalle quali si dipartono tre arterie che si snodano nel paese; una di esse conduce al palazzo Nobili Vitelleschi la cui visita riserva mirabili sorprese, da un arredo ben curato ad un archivio completo della famiglia stessa.

Proseguendo poi verso la parte alta invece si arriva alla Chiesa Santa Maria Maggiore eretta sui resti dell’antica rocca.

Sempre nelle parte alta troviamo il Torrione con uno splendido teatrino dal quale si può ammirare un emozionante panorama.

La storia di Labro è millenaria, infatti un tempo rocca a guardia degli antichi confini fra le terre umbre e reatine.
Dal Decimo secolo dell’era moderna si hanno già notizie precise sulla contrada e sul castello di Labro, fatto costruire dai Nobili a somiglianza della Rocca di Spoleto; dal 956 inizia infatti la storia feudale del paese, quando l’imperatore germanico Ottone I investe Aldobrandino de’Nobili signore di Labro e concede a lui, oltre al titolo suddetto, la signoria di altri 12 castelli situati tra il ducato spoletino e il contado di Rieti

Nel periodo medioevale innumerevoli furono le guerre che Labro combatté contro i castelli vicini, specialmente contro la rocca di Luco. Proprio per una di queste guerre la famiglia de’ Nobili venne a perdere, nel ‘400, la signoria di Labro e l’inespugnabile arroccamento che sorgeva nella parte alta del paese comprendente, tra l’altro, un’altissima torre.
Nel XII secolo invece, la famiglia Nobili decise di donare a S. Giovanni in Laterano la quarta parte di Labro in cambio dell’appoggio contro i Normanni.

Curiosità:
Incerta è l’origine del nome del paese: per alcuni deriverebbe dal latino “aper, aprum” cinghiale. Secondo una leggenda, la prima fortezza di Labro venne edificata da un patrizio reatino, il signore De’ Nobili, il quale, in occasione di una battuta di caccia, aveva fatto promessa di costruire un castello nel luogo dove avrebbe abbattuto il suo primo cinghiale; e, quasi a memoria del fatto, ancor oggi lo stemma del paese reca su di sé l’immagine di un cinghiale sotto una quercia.
Per altri, e questa sembra l’ipotesi più probabile, il nome Labro sarebbe una derivazione di “lavabrum” che in latino vuol significare “vasca, bacino”: questo anche per la prossimità al paese del lago di Piediluco, un tempo assai più esteso, sul cui bordo il paese sarebbe venuto anticamente a trovarsi.

Un episodio memorabile che viene ancora raccontato accadde durante la Seconda Guerra Mondiale. Durante una rappresaglia cinquantuno uomini di Labro furono messi al muro. Fu solo per il deciso intervento della Marchesa Maria Giovanna, che si riuscì a rimandare l’esecuzione grazie alla sua conoscenza del tedesco e ad una preziosa abilità diplomatica, salvando così la vita di un paese intero.

Il borgo è un buon punto di partenza per ripercorrere il Cammino di San Francesco tra sentieri, strade e santuari tra cui GreccioFonte Colombo e Poggio Bustone.
Questi luoghi prendono il nome di Valle Santa, qui nel 1223 è nato il primo Presepio della Cristianità, è stato scritta la Regola definitiva dell’Ordine e, presumibilmente, anche il Cantico delle Creature.

 

Foto: A Zonzo
Fonte testi: A Zonzo, dreamgrandtour, e-borghi

 

Come raggiungere Labro

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