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Castelluccio di Norcia e i Piani di Castelluccio

strada pian grande Castelluccio di Norcia

Castelluccio di Norcia e i Piani di Castelluccio

I Piani di Castelluccio sono un altopiano carsico-alluvionale dell’Appennino centrale umbro-marchigiano, situato nel versante umbro dei Monti Sibillini ai piedi del Monte Vettore. Ricadono nei comuni di Norcia, Castelsantangelo sul Nera e nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Questo altopiano, il secondo più vasto dell’Appennino dopo Campo Imperatore, copre 15 km² e si trova a circa 1.350 m s.l.m., costituendo il fondo di un antico lago appenninico.

pian grande castelluccio di norcia

Pian Grande: Il più esteso, si trova in provincia di Perugia sulla lunga strada dritta che da Castelluccio si dirige verso Forca Canapine-Norcia e si estende per circa 7 km con una larghezza media di 3 km, è il maggior altipiano carsico in Italia, dopo la Piana del Fucino. È famoso per la “Fioritura”, un fenomeno che tra maggio e luglio colora il piano con toni dal giallo al rosso. Qui fioriscono papaveri, fiordalisi, margherite, genzianelle, narcisi, violette, ranuncoli, lenticchie e altre specie. (La lenticchia, chiamata “lenta” dagli abitanti, è il prodotto rappresentativo per eccellenza che si coltiva a Castelluccio)
Il Pian Grande è noto anche per l’Inghiottitoio o Fosso dei Mergani, una fenditura di 1,5 km dove le acque piovane e dello scioglimento delle nevi scompaiono e riemergono circa 900 mt. più a valle vicino all’abitato di Norcia.

Pian Piccolo: E’ situato in provincia di Perugia sulla strada che sale a Forca di Presta vicino alla quale si trova una estesa faggeta chiamata Macchia Cavaliera e scampata alla deforestazione causata dall’uomo negli anni passati.

Pian Perduto: Situato principalmente in provincia di Macerata, il Pian Perduto deve il suo nome alla storica Battaglia del Pian Perduto del 1522, combattuta tra Visso e Norcia per il dominio delle terre coltivabili. Nonostante l’inferiorità numerica, con 600 vissani contro 6000 norcini, Visso riuscì a vincere. In questa area si trova lo Stagno Rosso, un laghetto che cambia colore dal grigio al rosso-violaceo in estate a causa della presenza dell’alga Euglena sanguinea. Una leggenda racconta che una fata, mentre dipingeva un arcobaleno, fece cadere della vernice rossa che formò il lago, visibile solo in certe condizioni. Curiosamente, il confine tra Marche e Umbria passa proprio attraverso lo Stagno Rosso, l’unico specchio d’acqua della zona che non si prosciuga durante l’estate.

Castelluccio di Norcia è un piccolo paese a 1450 metri s.l.m., situato a 30 km da Norcia, noto come il “tetto dell’Umbria” per la sua posizione elevata su un colle che domina l’altopiano omonimo. Di fronte si erge il Monte Vettore, la vetta più alta dei Monti Sibillini a 2.476 metri. Castelluccio, fondato nel XIII secolo, ha avuto i nomi di Castello dei Senari e Castel di Monte Precino. Sono stati trovati reperti romani del III secolo, suggerendo una presenza umana fin dall’epoca romana. Storicamente, il castello di Castelluccio controllava le vie tra la Valle del Tronto e quella del Nera, proteggendo i confini e i pascoli comunali dalle mire espansionistiche dei paesi marchigiani vicini.

Curiosità:

La lenticchia è una pianta annuale seminata dopo lo scioglimento della neve, con fioritura tra maggio e luglio. La raccolta, chiamata “carpinatura”, avviene a fine luglio e un tempo era fatta a mano dalle donne chiamate “carpirine”. Le donne di Castelluccio seguono una tradizione di pellegrinaggio alla Chiesa di Santa Scolastica a Norcia alla fine di giugno per invocare la pioggia sui raccolti. Dopo la messa, vengono offerti pane, prodotti locali e vino. Fino a 15 anni fa, il pellegrinaggio veniva fatto a piedi e l’ingresso in chiesa avveniva in ginocchio recitando il rosario. Al ritorno, le donne raccoglievano mazzi di ginestre fiorite da appendere alle porte delle loro case per un mese lunare.

Sulla piana di Castelluccio è visibile un bosco a forma di Italia a ridosso del Pian Grande. Le conifere che la formano sono state piantate durante la X Festa della Montagna del 1961 per volontà del Ministero dell’agricoltura e foreste.

Fin dall’antichità, i Monti Sibillini, inclusa Castelluccio, hanno ispirato leggende. Si narra che di notte le fate, donne bellissime e eternamente giovani per un incantesimo, scendevano dai monti per ballare e festeggiare con gli uomini del paese. Tuttavia, con l’arrivo dell’alba, dovevano tornare sui monti. Durante uno di questi balli, sorprese dai primi raggi del sole, furono costrette a fuggire. Nella corsa, i loro piedi caprini lasciarono segni su una parete del Monte Vettore (la Faglia che taglia il monte a quota 2.000 mt.), oggi nota come la Strada delle Fate.

Castelluccio di Norcia il suo altopiano sono il rifugio perfetto per gli amanti della montagna: oltre agli sport d’aria, dal deltaplano al parapendio, è possibile praticare tantissime attività all’aperto, sia per i più esperti che per i principianti, come trekking, nordic walking, bike e passeggiate a cavallo o con gli asini.

 

Come raggiungere i Piani di Castelluccio

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