27 Lug La Romitella di Campottone
L’Eremo della Romitella sorge poco distante dal paese di Campottone in provincia di Macerata, all’interno di una suggestiva valletta. La chiesa era inizialmente intitolata a San Michele Arcangelo e successivamente dedicata al SS. Crocifisso per via di un crocifisso dipinto considerato miracoloso.
La Romitella faceva parte della Rocca dei Tangani e il suo nome “Tangani” deriva dal soprannome dato ai signori Meruzio e Rinaldo, utilizzatori di un’arma chiamata “tango” simile ad una fionda. La Rocca dei Tangani chiamata in origine di San Michele fu fondata intorno al 1308 da Meruzio di Monalduccio dei Nobili di Somaregia di origine Longobarda, per difendere i loro territori dalle mire espansionistiche dei comuni di Nocera e Fabriano.
La rocca situata su uno sperone roccioso che sovrasta la chiesa a 922 metri di altezza, includeva un palazzo signorile, una torre quadrata, un fossato e un borgo fortificato intorno alla chiesa.
Nel 1357, la rocca fu confiscata dallo Stato Pontificio e successivamente passò ai Varano, rimanendo tale fino alla fine dello Stato di Camerino nel 1545. Da allora, la rocca fu abbandonata e ridotta a ruderi, ricoperti dalla vegetazione, e utilizzata come cava di pietra dai Campottonesi.
Il paese di Campottone, situato a 551 metri di altitudine, è anch’esso avvolto dalla leggenda. Secondo la tradizione orale, l’imperatore Ottone sarebbe morto e sepolto a Somaregia, nei pressi di un luogo chiamato Campo della Battaglia. Le prime notizie storiche su Campottone risalgono al 1034, con il nome di Campus Actuni. Nel XIII secolo, gli abitanti erano vassalli dei signori di Salmaregia e successivamente passarono alle dipendenze dell’abbazia, fino a ottenere l’affrancamento.
La chiesa ha subito varie traversie politiche ma è rimasta intatta per secoli.
Di stile romanico, è un edificio di piccole dimensioni, in pietra calcarea bianca, con facciata a capanna e portale più tardo in mattoni. L’interno molto essenziale è coperto da volta a botte. Sulla parete di fondo, al di sopra di un altare in pietra, si conservano dipinti murali a tempera, forse di poco successivi alla realizzazione della chiesa, ma già fortemente danneggiati alla fine del XVI secolo come risulta dalla visita pastorale del 1573. Quelli che vediamo oggi sono il frutto di rimaneggiamenti e ridipinture, avvenuti in epoca successiva: una finta tendina rossa incornicia un riquadro con la crocifissione, ai cui piedi si intravede un paesaggio, probabilmente locale. Ai lati due medaglioni: uno è fortemente lacunoso, l’altro contiene la figura di San Michele Arcangelo che sconfigge il demonio.
Ad oggi, la Romitella è stata ricostruita ed è utilizzata dagli abitanti della zona per le funzioni religiose.
Se 700 anni fa in questo luogo costruirono una Rocca con ai suoi piedi un piccolo villaggio di servi della gleba, lo si deve alla ricchezza di acque che qui sgorgavano copiose. Ancora oggi nella valle della Romitella possiamo contare ben quattro sorgenti.
La prima e più importante è quella chiamata del Bottino, questa sorgente dà il maggiore contributo al rio che sbocca insieme ad altri nel fiume Potenza; questa fonte alimenta l’acquedotto di Campottone e Casenuove.
La seconda sgorga lungo le pendici del monte L’Antica ed è conosciuta come la Fonte Mattiaccio, fu anche utilizzata fino a pochi anni per dare l’acqua alle abitazioni più in quota delle due frazioni. E’ la sorgente dalla quale nasce il Rio della Romitella che si unisce a quella del Bottino.
La terza sorgente, non importante per la portata di acqua, è di rara bellezza. In primavera quando l’acqua scende dalla costa fra la fitta vegetazione è uno spettacolo per l’occhio del visitatore. Fu in passato conosciuta come la Fonte Monanti, oggi rinominata Sorgente Irene, essa è facilmente riconoscibile per una immagine della Madonna che li hanno edificato.
La quarta sorgente che oggi sgorga in questo fontanile di pietra, scomparve a metà degli anni ’60 a causa dei lavori di rettifica della strada che porta alla Chiesetta della Romitella. Era apprezzata per la bontà e la freschezza della sua acqua, qui i pastori ci venivano a bere e ci bagnavano il pane raffermo per la loro colazione a base di cipolle, tanto che era chiamata la Fonte delle Cipolle.
Ed è grazie ad un gruppo di persone di Campottone e Casenuove che oggi la sorgente è stata recuperata e resa fruibile in questo bellissimo luogo ameno della Romitella. La Sorgente è stata dedicata al Santo Patrono della Chiesa, a San Michele Arcangelo.
Oggi la Romitella è uno dei luoghi ameni della Valle di Salmaregia, in altre parole quei siti lontani dalle abitazioni, solitari e adatti al ristoro fisico e spirituale, frequentati da coloro che amano il silenzio come cura dello spirito.
Come raggiungere La Romitella di Campottone:
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