17 Lug Eremo Santa Maria dell’Acquarella
L’eremo di Santa Maria dell’Acquarella si trova nei pressi di Albacina, alle pendici del massiccio del Monte San Vicino e del Monte Cipollara in provincia di Macerata nelle Marche.
Noto anche con il nome di Romitella, tradizione vuole che il primo insediamento fosse voluto da San Romualdo il quale aveva ricevuto in donazione il luogo, unitamente a Valdicastro, dal conte Farolfo. Memorie certe riportano che nel XIII secolo vi erano stanziati dei pii eremiti, più tardi, nel XV, vi risiedettero forse anche delle suore ( S.Maria delle Vergini ).
Immersa nello splendido bosco che ricopre i versanti della valle, sorge la chiesetta eremitica medievale di Santa Maria dell’Acquarella “S. Maria de aqua de arellis” (XIV-XV secc.) dalla quale fu rubata una tela raffigurante la Deposizione della Croce con ai lati San Francesco e San Pietro apostolo e, più in basso, San Giovannino, nella notte fra il 19 ed il 20 luglio dell’anno 1856.
La torre di avvistamento invece, data la sua posizione strategica con ampia visuale sulla valle del Giano, potrebbe appartenere ad epoca precedente, cioè al periodo feudale, quando baluardi di difesa erano su quasi tutte le alture circostanti di Albacina.
Fu proprio nell’eremo dell’Acquarella che nel 1528 Frate Matteo da Bascio ottenne da Papa Clemente VII la pubblicazione della bolla “Religiosis Zelus”, con la quale veniva canonicamente eretta la congregazione dei Frati Minori, questa contava solo tre membri. Nel 1529 i Frati Minori tennero qui il primo Capitolo generale dei Cappuccini, che improntava la loro vita alla povertà, all’austerità, alla preghiera, alla solitudine e al silenzio riprendendo così la regola di vita di San Francesco cercando di unire l’impegno pastorale alla vita contemplativa. La nuova congregazione si chiamò dei «frati minori della vita eremitica»; ma subito il popolo marchigiano diede ai nuovi frati l’appellativo di «cappuccini», a causa del lungo cappuccio appuntito che portavano. Ora l’ordine è presente in 92 paesi nel mondo.
Curiosità
Nel 1840 avvenne nella Chiesa dell’Acquarella un fatto prodigioso e poiché Don Raffaele Ambrosini poté raccogliere testimonianze, essendo vissuto in quel tempo, riportiamo per intero una nota trovata a pag. 15 del suo Romitaggio: “Nel 1840 per la Messa furono prese a consumo 4 falcole da una libra ognuna: per dimenticanza non furono spente alla fine della Messa e restarono accese per più di due ore; ripesate dappoi non erano calate nemmeno di un’oncia, fu gridato al miracolo“
Una leggenda invece narra che qui si sarebbe fermata la Santa Casa nel suo tragitto aereo verso Loreto, una sosta durante la quale la Madonna volle dissetarsi proprio alla sorgente dell’Acquarella e che la conca presente sul fondo della piccola valle, tra una cortina di pioppi, sia stata impressa dal mantello della Madonna.
La leggenda è un modo popolare per ricordare che l’eremo si trovava su una delle numerose direttrici dei pellegrinaggi medioevali verso Loreto. Qui i pellegrini seguendo l’antica via romana scavalcavano la dorsale del Monte San Vicino e per la valle del Musone raggiungevano la costa Adriatica e il santuario lauretano.
La festività riconosciuta della piccola chiesetta è il 3 maggio, festa della Santa Croce, ed ancora oggi gli albacinesi si recano all’eremo in pellegrinaggio unitamente ad una rappresentanza di frati Cappuccini.
Fonte testi: A Zonzo, iluoghidelsilenzio, zuzzurellandotraumbriaemarche
Foto A Zonzo
Come raggiungere l’Eremo dell’Acquarella
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