Il Castello e borgo di Pietrarubbia si trova nel Montefeltro in provincia di Pesaro e Urbino alle pendice del monte Carpegna.
Arroccato su uno scoglio di pietra che domina la valle del torrente Apsa, in posizione tranquilla e panoramica è uno tra i più antichi borghi fortificati del Montefeltro (la tradizione popolare ne anticipa le origini addirittura al V secolo d.C) ed è sovrastato da un Castello di cui oggi rimane solo una torre.
Quello che è sicuramente certo è che il borgo apparteneva ai Conti di Carpegna già nel 1137, ed era dotato di un’imponente Castello che sorgeva su di una roccia di pietra rossa (da cui deriva il nome petra rubea, poi divenuto Pietrarubbia) a picco sulla vallata sottostante, caratterizzato da ottime difese naturali tanto da essere poi denominato “castrum inexpugnabile”.
Il lungo poggio sul quale si estendeva il complesso fortilizio sviluppa in lunghezza oltre 200 metri e sale dalla quota di 706 metri (parte occupata dal borgo ora ristrutturato) fino a 764 metri (punto più alto sul quale era presente la rocca).
E’ necessario premettere che il borgo ha subito un recente progressivo spopolamento fino a risultare completamente abbandonato agli inizi degli anni ’60. Solo grazie all’intervento del celebre scultore Arnaldo Pomodoro, nativo di queste zone, è stato completamente ristrutturato. Grazie a lui e all’amministrazione comunale, il borgo di Pietrarubbia è splendidamente rinato e nel 1990 si è arricchito di una scuola di alto artigianato per artisti e scultori chiamato Centro TAM (Trattamento Artistico dei Metalli) oltre ad un Museo dedicato al maestro Pomodoro.
Il borgo si sviluppa su un unico breve vicolo affiancato da alcuni edifici realizzati per lo più con materiali provenienti dalle preesistenti fortificazioni. Sulla destra troviamo un primo palazzo che accoglie il Museo delle Ceramiche e il Museo Naturalistico mentre più avanti spiccano il palazzo Gentilizio, sede della Fondazione Pomodoro e il palazzo del Vicariato del XVI secolo ora traformato in albergo – locanda.
La parte superstite e recentemente ristrutturata è solo una piccola parte di un ben più vasto complesso che in passato interessava quasi per intero il costone roccioso e rappresenta parte del mastio e della torre (detta anche “Torre del Falco”), estreme propaggini meridionali del castello.
L’accesso all’interno della rocca non è consentito, anche a causa delle condizioni in cui si trova, ma è stato realizzato un camminamento esterno che permette di girarle attorno e di ammirare il superbo panorama che si può godere da questo punto su tutta la zona circostante.
Curiosità:
A pochi chilometri di distanza dalla rupe su cui sorge Pietrarubbia si trova un altra formazione naturale di grande fascino, il conglomerato roccioso di Pietrafagnana, detto anche Dito del Diavolo (alcuni lo chiamano “Dito del Gigante”) per il suo bizzarro aspetto, che ricorda quello di una enorme mano che fuoriesce dal sottosuolo con il dito indice puntato verso l’alto.
Da segnalare anche la “Festa d’la Falciatura“ nella località di Mercato Vecchio che si svolge ogni anno a fine maggio. La festa rievoca gli usi ed i costumi contadini dell’inizio del secolo scorso con dimostrazioni di antichi mestieri e attrezzature d’epoca.
Foto: A Zonzo
Fonte testi: A Zonzo, appenninoromagnolo, borghipesarourbino, alisei
Come raggiungere il Castello e borgo di Pietrarubbia.
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